Lunghi mesi di studio mi hanno portato nel cuore della foresta amazzonica dove ho scoperto presso la comunità Jivaro del fiume Corrientes una pratica molto antica, quella della “Tsantsa“.
Gli Jivaro sono ancora oggi una popolazione guerriera, nel corso della loro storia hanno vissuto tremende battaglie intestine tra comunità rivali e sono stati, in virtù della loro estrema natura belligerante, tra gli ultimi gruppi etnici a entrare in contatto con gli occidentali.
Sciamanesimo amazzonico: Il rituale della Tsantsa

La caratteristica del guerriero Jivaro era quella di tagliare la testa all’avversario che riusciva a uccidere in combattimento.
La testa veniva dunque disossata, fatta bollire in quello che veniva definito come il “rituale della Tsantsa” e ricoperta di sabbia calda.
A quel punto la pelle si ritirava e veniva a sua volta modellata con delle pietre per darne una forma originale.
La testa così rimpicciolita veniva poi utilizzata dal guerriero come spaventoso amuleto molto temuto, anche dal punto di vista sacro, dai guerrieri nemici.
Sciamanesimo amazzonico: interventi governativi contro la tsantsa

Intorno alla fine del ‘900 i governi del Perù e dell’Ecuador hanno deciso di porre fine a questa millenaria usanza e ne hanno messo al bando l’intero rituale religioso.
Per molti anni nell’oscurità della foresta amazzonica molti cacciatori di teschi sono riusciti a recuperare un grandissimo numero di amuleti che hanno poi rivenduto a prezzi esorbitanti in tutto il mondo.
Il business è andato avanti fino alla contemporaneità quando finalmente il governo peruviano non ha posto fine al commercio dei teschi dichiarandolo illegale.
Tuttavia è presumibile che ancora oggi alcune tribù Jivaro non contattate pratichino quotidianamente il rituale della Tsantsa a testimonianza comunque di una tradizione che non si è ancora del tutto esaurita.