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Il 12 marzo 2001 i talebani dell’emirato afghano distrussero i Buddha di Bamiyan dando inizio a una violenta politica iconoclasta che riguardò ogni forma di raffigurazione religiosa e che mise al bando anche lo sport, la musica e persino la televisione.
I Buddha di Bamiyan sono tre, il più alto (quello in foto) era di ben 53 metri ed era stato costruito presumibilmente intorno al III o V secolo d.C. dagli imperi Kushan ed Eftaliti.
Afghanistan e Buddhismo una storia lunga millenni

Ma cosa ci facevano le statue di Buddha in un territorio che storicamente è sempre stato islamico?
Ebbene, come riportato dal pellegrino buddhista cinese Xuanzang nei suoi diari, l’Afghanistan era in realtà un importante centro buddhista intorno al 630 d.C. “avente più di cento monasteri e più di mille monaci“.
Il pellegrino Xuanzang ha anche regalato alla storia un’antichissima descrizione delle statue che all’epoca erano “decorate con oro e splendidi gioielli“, ornamenti che oggi sono andati perduti.
Afghanistan e Buddha di Bamiyan, una ricostruzione mai avvenuta

Le statue dei Buddha di Bamiyan furono dunque distrutte nel 2001 dai talebani e non vennero mai più ricostruite nonostante diversi tentativi effettuati nel corso della storia.
Si tratta infatti di un’opera di restaurazione complicatissima e non prioritaria, secondo l’UNESCO, in quanto oggi in Afghanistan i Buddhisti sono solo una sparuta minoranza.
Il sito archeologico è oggi inaccessibile a causa dell’instabilità politica nella regione.
Bibliografia e fonti
- Sally Hovey Wriggins, Xuanzang: A Buddhist Pilgrim on the Silk Road, Westview Press, 1996
- Braj Basi Lal; R. Sengupta (2008). A Report on the Preservation of Buddhist Monuments at Bamiyan in Afghanistan. Islamic Wonders Bureau.