Il podcast di History Facts
(ascolta l’articolo)
La Regione Lazio è stata colpita nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto da uno storico attacco hacker partito presumibilmente dalla Germania.
Gli hacker si sono introdotti all’interno del Sistema Sanitario Regionale attraverso un computer interno alla rete con un attacco ransomware cryptolocker, per poi avviare una “privilege escalation” in grado di mettere in ginocchio l’intera infrastruttura laziale.
Attacchi hacker sempre più frequenti contro privati e aziende

L’attacco hacker di portata storica, ha fatto da eco a un altro crimine informatico perpetrato solo cinque giorni fa ai danni dell’ASI che gestisce tra le altre cose il consorzio aerospaziale CIRA dove vengono realizzate ricerche in ambito di droni e satelliti, a cui è stato chiesto un riscatto di circa 50 milioni di euro in bitcoin.
L’11 aprile 2021 anche l’USL Umbria 2 era stata vittima di un attacco informatico che aveva portato al trafugamento di dati sensibili dei cittadini iscritti al portale.
L’attacco hacker ha messo in ginocchio le piattaforme della Regione Lazio

Quello alla Regione Lazio, tuttavia, sembra essere un attacco hacker di ben altra intensità e portata ed è riuscito a bloccare l’intera rete regionale delle prenotazioni vaccinali e della prenotazione, refertazione e comunicazione degli esiti dei tamponi molecolari e antigenici.
Al momento il sito www.salutelazio.it e il sito http://www.regione.lazio.it risultano inaccessibili a oltre 35 ore dal blocco causato dall’attacco informatico.
La campagna vaccinale è comunque ancora in corso nella Regione Lazio anche se i centri vaccinali stanno procedendo manualmente con carta e penna senza avere la possibilità di refertare le vaccinazioni attraverso il portale.
Anche alla Regione Lazio sembrerebbe essere stato richiesto un riscatto in bitcoin da parte dei pirati informatici anche se la cifra non è al momento conosciuta.
Cronostoria dell’attacco hacker alla Regione Lazio
La prima nota ufficiale da parte della Regione Lazio è stata diramata alle 10:01 del 1 agosto attraverso l’account Facebook.

Pochi minuti dopo Nicola Zingaretti attraverso il suo profilo Facebook ha confermato l’avvio dell’attacco informatico.

Il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha rilasciato poche ore dopo una nuova dichiarazione sulla sua pagina Facebook esprimendo grande ottimismo, seppur menzionando le difficoltà dovute all’attacco hacker, per il raggiungimento della soglia del 70% relativa alla popolazione immunizzata.

Alle 21:00 dell’1 agosto la Regione Lazio ha rilasciato un nuovo comunicato affermando che la campagna vaccinale sarebbe continuata senza intoppi e che l’attacco hacker non avrebbe costituito un problema.

Alle 12:00 del 2 agosto la Regione Lazio attraverso la pagina Facebook ufficiale ha rilasciato un nuovo comunicato affermando che nella giornata precedente, nonostante il grave attacco informatico subito, erano stati somministrati ben 50,000 vaccini e che le somministrazioni sarebbero andate avanti fino al 13 agosto seguendo le prenotazioni stabilite.

Attacchi ransomware in aumento contro le aziende sanitarie

Al momento si tratta del più grave attacco informatico subito dalla Regione Lazio nella sua storia e non è noto quando e se i tecnici informatici riusciranno a risolvere il problema.
Il ransomware cryptolocker ha infatti criptato tutti i dati contenuti all’interno di un gran numero di dispositivi presenti negli uffici della Regione che si trovano ora in ostaggio dei pirati informatici.
La procura ha aperto un’inchiesta in attesa del fascicolo con la relazione della polizia postale che sta indagando sul caso.
Il 24 maggio 2021 anche il servizio sanitario irlandese era stato colpito da un cyber attacco ad opera del gruppo di hacker “The Conti ransomware group“, capace di mettere fuori uso l’intero sistema informatico per poi “pentirsi” e rilasciare le password per sbloccare i dati.
Nasce l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale

Con il Consiglio dei ministri del 10 giugno 2021 l’Italia attraverso il Governo Draghi aveva istituito anche l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale venendo incontro all’appello del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao che aveva drammaticamente affermato che:
Il 93-95% dei server della Pubblica amministrazione non in condizioni si sicurezza. Qui nessuno è sicuro e non possiamo andare avanti così, abbiamo bisogno di cloud più sicuri perché i dati sensibili dei cittadini e quelli meno sensibili siano tenuti in sicurezza
Per il momento però le piattaforme sanitarie e informative della Regione Lazio sono ancora bloccate e le parole di Colao sembrano quasi suonare come una profezia diventata purtroppo una nefasta realtà.