Il podcast di History Facts
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La storia la fa chi osa.
La storia la fa chi getta il cuore oltre l’ostacolo, chi affronta le difficoltà che la vita e il destino gli mette di fronte, chi sorride alle avversità con la consapevolezza che quei brutti momenti saranno presto alle spalle e il futuro radioso regalerà loro delle gioie immense.
La storia la fa chi si sacrifica, chi si impegna, chi lotta per un ideale, per il proprio Paese o per il proprio popolo.
La storia oggi l’hanno fatta Gianmarco Tamberi e Lamont Marcell Jacobs, artefici del proprio destino, storici contendenti di un duello virtuale fatto di successi.
Gianmarco Tamberi dall’infortunio al trionfo olimpico
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Quando nel 2016 al meeting della Diamond League di Montecarlo Gianmarco Tamberi stabilì il suo primato personale riuscendo a saltare in alto 2,39 metri, tutti pensarono che l’atletica italiana avesse un nuovo astro nascente, pronto per trionfare alle Olimpiadi di Rio dello stesso anno.
Nella stessa gara, tuttavia, Tamberi provando a saltare la misura di 2,41 metri finì per rimediare un gravissimo infortunio alla caviglia che lo costrinse a saltare l’Olimpiade, vissuta comunque dal vivo insieme al Team Italia, e rimandare il sogno a cinque cerchi di quattro anni, diventati cinque a causa della pandemia.
Il percorso all’oro olimpico per Gianmarco Tamberi assume dunque la storia di un romanzo a lietissimo fine, uno di quei romanzi che tutti vorrebbero leggere nella propria vita e che tutti ambirebbero a scrivere.
Il sacrificio per tornare a camminare, a correre, a vincere e sognare, fino a raggiungere la pedana del salto in alto nella finale più ambita, quella delle Olimpiadi di Tokyo, l’1 agosto 2021.
Gianmarco “Gimbo” Tamberi aveva già dato ottimi segnali a Firenze quando a giugno 2021, nel meeting del Golden Gala della Diamond League, riuscì a ottenere un ottimo terzo posto saltando la misura di 2,33 metri.
Una finale spaziale per Gianmarco Tamberi e Mutaz Essa Barshim
La finale olimpica di Tamberi a Tokyo 2020 ha rasentato la perfezione. L’azzurro infatti è riuscito a superare agilmente la quota di 2,19 metri, 2,24 metri, 2,27 metri, 2,30 metri, 2,33 metri e infine 2,37 metri tutti al primo tentativo.
Solo l’atleta qatariota Mutaz Essa Barshim, campione del mondo in carica e con un personale di 2,43 metri, è stato in grado di tenere testa all’azzurro saltando con precisione chirurgica fino a 2,37 metri.
In parità assoluta, Barshim e Tamberi hanno provato la misura del 2,39 fallendo tutti e tre i tentativi a disposizione, a quel punto il giudice di gara ha chiesto a entrambi se volessero fare dei salti di spareggio o se volessero accordarsi per un primo posto a pari merito.
Barshim, guardando Tamberi, ha esclamato:
“Let’s make History, man!”
Abbracciando l’azzurro in lacrime.
Una storica medaglia d’oro per Gianmarco Tamberi

A pochi metri da Tamberi il gesso, quello stivaletto gessato che lo ha accompagnato per interminabili mesi dopo la rottura sub totale del legamento deltoideo del piede sinistro che lo costrinse a subire due interventi chirurgici e un trapianto di tessuto.
Un infortunio troppo grave per poter tornare a saltare, dissero a Gimbo i medici, oggi grazie al “miracolo” delle fisioterapie e al suo duro lavoro si è seduto nell’Olimpo degli Dei dell’atletica.
“Ho portato il gesso in pedana, non l’ho mai buttato perché per me significa tutto. Significa il giorno in cui ho deciso di provarci. Dopo l’infortunio ho passato una settimana a letto a piangere per tutti i sogni per cui ho lottato, per tutto il lavoro fatto. Un giorno ho deciso di riprovarci e quel giorno ho fatto scrivere da Chiara (la sua fidanzata, ndr.) sul gesso “Road to Tokyo”: ‘Proviamoci perché se ci riesco sarà incredibile’“
Ha dichiarato Tamberi alla stampa dopo il trionfo a Tokyo 2020.
L’oro olimpico nell’atletica leggera mancava dal 2008 quando Alex Schwazer vinse la medaglia più pregiata nella 50 km di marcia, da lì in poi il vuoto assoluto fino all’impresa di Gianmarco Tamberi nel salto in alto.
Lamont Marcell Jacobs è l’uomo più veloce del mondo
Circa 20 minuti dopo l’impresa di Tamberi, anche Lamont Marcell Jacobs ha trionfato nei 100 metri piani.
Un’impresa impensabile alla vigilia, impronosticabile da chiunque, ma possibile per un campione del calibro di Jacobs capace di distruggere il record italiano sia in batteria, sia in semifinale che in finale e quello europeo in semifinale e finale.
Marcell Jacobs è nato a El Paso nel 1994 da mamma italiana e padre americano, ha vissuto da sempre a Desenzano del Garda dove ha iniziato la sua carriera da centometrista nella Pro Desenzano per arrivare nel 2014 alle Fiamme Oro.
La storia di Jacobs si intreccia a quella di Filippo Tortu, le due frecce azzurre, i due uomini che hanno saputo dare speranza al movimento dell’atletica leggera azzurra e capaci di infrangere il muro dei 10′ secondi che li separava dai grandi.
In finale però è andato solo Jacobs capace di frantumare il record italiano ed europeo correndo in semifinale in 9’84” e chiudendo al terzo posto nella propria batteria.
Storico trionfo di Marcell Jacobs nei 100 metri piani
In finale Jacobs dalla terza corsia è andato incontro al suo destino, consapevole dei propri mezzi e delle proprie qualità atletiche, guardando in faccia gli avversari e ascoltando il proprio istinto, la propria grinta e il proprio cuore.
Lamont Marcell Jacobs ha corso la finale dei 100 metri in 9’80”, superando il suo stesso record europeo e italiano, migliorandolo di quattro centesimi netti e vincendo la finale con un distacco di quattro centesimi dall’americano Fred Kerley e dal canadese Andre De Grasse.
Un risultato storico, era infatti dal 1980 che un europeo non saliva sul gradino più alto del podio, all’epoca vinse il britannico Allan Wells in 10’25”.
Per la prima volta nella storia dell’atletica leggera italiana un azzurro ha trionfato nella gara regina dei 100 metri piani.
Jacobs ha corso a 43,8 km/h, il più veloce della finale, il migliore nella progressione sul lanciato e in grado di trionfare con un tempo strepitoso.
Tamberi e Jacobs un abbraccio storico ed emozionante

Al termine della gara Tamberi e Jacobs hanno esultato e pianto insieme, si sono abbracciati e hanno gioito dei loro successi, una scena indimenticabile e indelebile che resterà nella storia e nelle menti di tutti gli appassionati di sport.
Non avevo nulla da perdere e poi quando ho visto Gimbo vincere l’oro pochi minuti prima mi sono gasato di brutto. Ho detto “Perché non posso farcela anche io?” E allora ho iniziato a correre, correre più veloce che potevo. E adesso sono qui. E sono la persona più felice del mondo”. Una dedica speciale: “A mio nonno che non c’è più, ma che ha sempre creduto in me. Alla mia compagna, i miei figli, tutti quelli che mi sono stati vicino.
Ha dichiarato Marcell Jacobs poco dopo il termine della gara ai microfoni della stampa.
Un trionfo storico che apre una nuova era per l’atletica leggera fatta di successi e di programmazione in vista di un radioso futuro.
Jacobs ha anche ricevuto immediatamente una telefonata dal Presidente del Consiglio Mario Draghi e le congratulazioni del Presidente del CONI Giovanni Malagò.
Tokyo 2020: 27 medaglie per l’Italia
La spedizione olimpica a Tokyo 2020 si è arricchita dunque di due storici ori conquistati nel salto in alto e nei 100 metri piani che si vanno ad aggiungere a quelli maturati nel taekwondo e nel canottaggio dei giorni scorsi.
L’Italia è dunque a quota 27 medaglie e si trova al momento al 9° posto nel medagliere olimpico.