Il podcast di History Facts
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Fino alle elezioni del 1919 il fascismo fu un fenomeno dalle dimensioni irrilevanti.
Verso la fine del 1920, dopo l’occupazione delle fabbriche e delle terre, il movimento ebbe un improvviso e prepotente successo, fino a diventare una forza di primo piano.
La prima causa dell’ascesa del fascismo fu l’appoggio ricevuto dai grandi proprietari fondiari e dagli industriali.
La seconda causa fu la sfiducia della borghesia, industriale e terriera, nei confronti di Giolitti e dello stato liberale.
L’atteggiamento attendista di Giolitti, infatti, fu interpretato come un segno di debolezza.
La terza causa riguardò invece l’adesione della piccola e media borghesia al movimento fascista.
L’avvento dello squadrismo

Nel dopoguerra Mussolini abbandonò le ambiguità del programma del 1919 e propose se stesso e il suo movimento come l’antidoto al socialismo e al bolscevismo, come l’unica soluzione per riportare l’ordine nel paese.
Un tale atteggiamento suscitò l’interesse degli agrari dell’Emilia, della Toscana e dell’Umbria che finanziarono le cosiddette squadre d’azione paramilitare dei fascisti per intimidire sindacalisti e socialisti.
Le modalità d’intervento erano sempre le stesse. Pagati e riforniti dagli agrari, i fascisti, armati di corti bastoni ferrati (manganelli), organizzavano spedizioni punitive dove più forti erano le organizzazioni operaie e contadine, sia socialiste, sia cattoliche.
A partire dal 1921, il clima da guerra civile, creato dallo squadrismo fece crollare il numero degli scioperi, sia agrari sia industriali.
Le strutture del movimento operaio e le numerose amministrazioni comunali guidate dai socialisti furono travolte dalle squadre fasciste.
Giolitti, ormai anziano, non riuscì a fermare l’ascesa del fascismo
Quella di Giolitti era una strategia in due tempi: inizialmente pensava di servirsi della violenza fascista come di uno strumento per reprimere l’estremismo socialista; successivamente, si sarebbe trattato di spezzare lo slancio rivoluzionario del fascismo indirizzandolo sui binari del tradizionale gioco parlamentare, concedendo ai fascisti due o tre ministeri, ma conservando per sè quelli più importanti.
Un tale atteggiamento, tuttavia, nasceva dall’incapacità di cogliere le peculiarità del movimento fascista, che si trasformò in partito (Partito nazionale fascista) al congresso di Roma del novembre 1921.
Il suo principale elemento di novità, sottovalutato non solo da Giolitti, ma da tutto il vecchio ceto politico liberale, era la presenza di un’organizzazione militare.
Molto grave, di conseguenza, fu la rete di complicità e protezioni che gli organi periferici dello stato e alcuni settori dell’esercito assicurarono al fascismo.
Salvo rare eccezioni, infatti, gli squadristi agirono senza scontrarsi con le forze dell’ordine e potendo contare su una magistratura indulgente nei loro confronti.
Elezioni del 1921: Il successo elettorale fascista

In pochi mesi il fascismo nel 1921 crebbe fino a superare le 200,000 unità. A questa crescita organizzativa seguì un successo elettorale.
Il 15 maggio del 1921 si svolsero le elezioni e i socialisti subirono un leggero calo, ma la novità della nuova Camera fu, indubbiamente, l’elezione di 35 fascisti.
Giolitti, infatti, aveva creato liste comuni con esponenti fascisti, le cosiddette liste del blocco nazionale che ebbero un buon numero di parlamentari eletti.
Seguì un periodo di forte instabilità politica, caratterizzato da una serie di governi debolissimi a partire dal ministero Bonomi che restò in carica appena qualche mese e stessa sorte toccò anche ai due governi targati Luigi Facta.
Il 31 luglio 1922 in sindacati e i partiti della sinistra dichiararono uno sciopero nazionale, il cosiddetto sciopero legalitario, per protestare contro le violenze delle squadre fasciste.
Mussolini lanciò così un ultimatum. Se entro 48 ore il governo non avesse impedito lo sciopero, i fascisti si sarebbero sentiti autorizzati a sostituirsi alle forze dello stato.
La repressione ebbe successo e non solo lo sciopero fu annullato, ma gli squadristi fascisti, il 3 agosto, occuparono il comune di Milano, governato dai socialisti, e imposero al prefetto lo scioglimento dell’amministrazione comunale.
Bibliografia e fonti
- Riassunto tratto da Armocida, P., & Salassa, A. G. (2012). Storia Link – volume 3. Milano-Torino: Pearson-Italia.
- Gentile, E. (2008). Fascismo. Storia e interpretazione. Bologna: Laterza Editore.
- Foto prese da internet