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La Comune di Parigi è un evento che ha grande fascino e attrazione per le sue peculiarità, sebbene sia un esperimento dalla breve durata, precisamente dal 18 marzo al 28 maggio del 1871.
È una tragedia con attori impensabili: donne e bambini, operai e artigiani. Lontana dalla rivoluzione francese perché rimasero estranei gli intellettuali, che criticarono fortemente questo evento insieme ai settori più conservatori:

Gustave Flaubert: ‹‹l’ultima manifestazione del medioevo››. Definendo la democrazia ‹‹la negazione del diritto››

Alexandre Dumas figlio: ‹‹vengano sterminati una buona volta le canaglie e gli imbecilli››

Papa Pio IX: i comunardi sono ‹‹uomini sfuggiti dall’inferno››

Furono veramente poche le persone a ritenere l’evento sotto un’accezione positiva, tra questi Bakunin, Marx e Victor Hugo.

Antefatto

Nel 1870 era scoppiata la guerra tra la Francia di Napoleone III e la Prussia, una guerra che vedeva la Francia invasa e umiliata.
Nei primi di settembre la Prussia vinceva la battaglia di Sedan che decretava la caduta dell’impero napoleonico e la proclamazione della repubblica, ma si aprì una stagione di forte conflittualità sociale tra il governo, che ambiva alla restaurazione della monarchia e voleva la resa, e il popolo parigino, che non voleva arrendersi all’invasore.

Atto I: lo scoppio della rivolta

La Comune di Parigi del 1871 - Fatti per la Storia

Il 18 marzo 1871 scoppiò una rivolta antigovernativa: il governo, che voleva smobilitare l’artiglieria di Montmartre, mandò sulla collina delle truppe; la popolazione parigina, soprattutto donne e bambini, accorse per evitare che Parigi rimanesse senza pezzi d’artiglieria. Nonostante gli ordini di far fuoco sui civili, le truppe fraternizzarono con quella moltitudine, sancendo di fatto la cacciata del governo.

Una protagonista: Louise Michel

Tra la popolazione parigina che accorreva sulla collina, c’era una donna straordinaria ‹‹con la carabina sotto il mantello››: Louise Michel.
Una donna che compì varie imprese (termine secondo me non azzardato) dalla veglia funebre di Victor Noir alle gesta post Comune, dall’elezione alla guida di un quartiere che divenne un modello per l’aiuto ai bisognosi e al rifiuto di giurare all’imperatore per insegnare in una scuola statale.
Era stata insegnante in una scuola privata da lei aperta e dopo la Comune finirà più volte in carcere per i suoi discorsi anarchici.

Atto II: la prima grande esperienza di autogoverno

La Comune di Parigi del 1871, prima democrazia d'Europa

Si fissarono le elezioni della Comune per il 26 marzo e due giorni dopo fu proclamata ufficialmente. anche la prima riunione del Consiglio della Comune, che aveva un’età media al di sotto dei 40 anni e a cui prendevano parte anche artigiani e operai.
Prese così il via la prima grande esperienza di autogoverno della storia contemporanea, di stampo socialista libertario come dimostrato dall’istruzione laica e gratuita e dalla retribuzione dei funzionari pubblici, compresi i membri del Consiglio della Comune, con salari prossimi a quelli operai.

Atto III: Un grave errore strategico

LA COMUNE DI PARIGI (1871) – Piazza di Vittorio

Parigi era circondata dal governo francese e i suoi seguaci, che avevano riparato a Versailles e si stavano riorganizzando, e i prussiani.
Louise e pochi altri avevano proposto un attacco diretto a Versailles, dove il governo era ancora in difficoltà e in inferiorità numerica, ma non si organizzò nulla.
Un grave errore perché il governo riuscì a radunare truppe e riorganizzarsi.

Atto IV: Una tragedia di popolo

La superiorità numerica sia di uomini che di artiglieria permise al governo di rompere la difesa comunarda, soprattutto durante la settimana di sangue (21-28 maggio).
Le barricate della popolazione, donne e uomini e bambini, opposero una strenua resistenza ma la città bruciava, sia perché l’artiglieria governativa incendiava la città con i proiettili a petrolio sia perché i comunardi ritirandosi davano fuoco agli edifici.
La Comune soffocò nel sangue dei suoi comunardi fucilati a migliaia con efferata violenza (le stime vanno dai 17 000 ai 35 000), volendo fare un esempio: mentre molti prigionieri venivano traferiti a Versailles, il generale che li controllava decise di ispezionarli, fece uscire dalla colonna i più anziani perché «voi avete visto il giugno 1848, perciò siete ancora più colpevoli degli altri» e li fece fucilare, morirono 83 uomini e 12 donne.

Epilogo

A due anni da questo evento per espiare i crimini dei comunardi si decise di erigere la basilica del Sacro Cuore sulla collina di Montmartre.

Di Alessandro Bione

Alessandro Bione è uno studente del corso di laurea in Storia, Antropologia e Religioni all'Università La Sapienza di Roma.

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