Nel 1998 il teologo e pastore protestante Shafique Keshavjee pubblicò il libro dal titolo: “Il Re, il Saggio e il Buffone“, presentandosi al pubblico con un romanzo dalle spiccate qualità umanistico/religiose.
Il Gran Torneo delle Religioni

Il testo racconta di un monarca che in un Regno lontano, lontano, decise di organizzare un Gran Torneo per eleggere la Religione di Stato.
A questo evento di portata memorabile vennero convocati un rappresentante per ciascuna delle grandi religioni (Buddhismo, Induismo, Cristianesimo, Islam ed Ebraismo) e un Ateo.
Tra intrighi di palazzo e un efferato omicidio, la storia si articola in un racconto narrativo/religioso.
Il lettore parte attiva del racconto proposto da Keshavjee

Al lettore viene chiesto di immergersi nel racconto come se fosse il vero protagonista, cosa faremmo se ci fosse chiesto di parlare in pubblico per convincere un’altra persona a professare il nostro culto?
Cosa gli racconteremmo? Quali sarebbero gli argomenti che proporremmo?
A giudicare? Chiaramente il Sovrano, un Saggio e un Buffone!
Un capolavoro narrativo/religioso

Shafique Keshavjee ha dunque impostato un capolavoro narrativo/religioso in appena 200 pagine.
Alcune di queste sono semplici, altre davvero di una complessità e profondità inaudita dal punto di vista teologico e filosofico.
L’autore keniota, nato nel 1955 a Nairobi, propone un testo che rappresenta una bussola nella galassia delle religioni capace di sorprendere il lettore citando perle di poesia purissima cercando coraggiosamente di guardare oltre il concetto puramente religioso ponendo infine fiducia nel dialogo interreligioso tra uomini e idee differenti.