Viviamo in un momento storico unico, caratterizzato da incertezze, paure, emozioni contrastanti che si alternano in modo cadenzato ogni volta che accendiamo la televisione o uno smartphone.

Nel bene o nel male tutto è scandito dal trascorrere di un tempo che difficilmente abbiamo imparato a conoscere davvero, in questi mesi difficili dove tutto si è fermato, ripartito, rifermato ancora.

Una rivoluzione digitale per gli scacchi

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Gli scacchi allo stesso modo stanno cambiando il loro volto, hanno dovuto fermare il motore, spegnere i riflettori; tutto si è spostato da quella scacchiera di legno e quei pezzi di pregiata qualità, che eravamo abituati a conoscere, al mondo digitale, fatto di una visione tridimensionale della scacchiera, di mouse e tastiera, di un orologio che viene premuto da una mano invisibile.

Gli scacchi sono cambiati, eppure sono rimasti sempre gli stessi, con le stesse regole e le stesse meravigliose sfaccettature.
La migrazione, quasi epocale, quasi normale, del mondo scacchistico dall’analogico al digitale è avvenuta in maniera repentina e, fin da subito, nel momento più buio, quando tutto sembrava perduto, ecco che gli scacchi sono usciti fuori dall’oscurità, regalando una luce vigorosa.

Sono nati i tornei online, che hanno quindi coinvolto i Grandi Maestri ma anche i semplici appassionati; hanno preso il via i circuiti per professionisti che hanno cambiato il modo di interpretare gli scacchi, con quei super campioni pronti a sfidarsi in maniera del tutto nuova di fronte a una webcam e con una telecamera alle spalle.

La Regina degli Scacchi: un segno indelebile nella cinematografia

La regina degli scacchi - La recensione
Foto tratta da Netflix

Allo stesso modo Beth Harmon ci ha insegnato che nella vita tutto può cambiare, e lo ha fatto in una serie TV che ha lasciato un segno indelebile nella cinematografia e non solo quella specifica degli scacchi.

La Regina degli Scacchi ha avuto il merito di bucare lo schermo, rappresentando nei fatti la prima miniserie TV di successo relativa e dedicata al gioco.

Il fatto poi che un colosso internazionale, come la piattaforma streaming Netflix, abbia acquisito i diritti e l’abbia distribuita a partire dal 23 ottobre rappresenta ancora di più un evento epocale.

Scacchi popolari grazie alla Serie TV Netflix

La regina degli scacchi: ottima per le sere pre-lockdown
Foto tratta da Netflix

La Regina degli Scacchi ha avuto il merito di far accendere i riflettori sul mondo scacchistico come mai nessuno prima.
Gli Scacchi sono diventati dunque alla portata di tutti, conosciuti da tutti, interpretati in maniera totalmente diversa da tutte quelle persone che fino a ieri giudicavano con sufficienza il gioco, senza dare troppo peso.

La Regina degli Scacchi: Storia di una campionessa fragile

Anya Taylor-Joy è La regina degli scacchi: il trailer ufficiale della  miniserie Netflix
Foto tratta da Netflix

La Regina degli Scacchi parla di come Beth Harmon abbia ripercorso la propria vita scacchistica, dal mondo dei bambini, travolto dal dramma dell’orfanotrofio, alle difficoltà dell’adolescenza, fino ad arrivare all’età adulta.
Tappe segnate dalla crescente dipendenza da alcol e psicofarmaci che, in maniera struggente, cercano di allontanare la protagonista, come un silente nemico, dall’obbiettivo di diventare un Grande Maestro di Scacchi e sconfiggere il Campione del Mondo.

Beth Harmon: scacco matto agli stereotipi

Con La regina degli scacchi Netflix fa scacco matto
Foto tratta da Netflix

Il fatto che Beth Harmon sia una donna è poi una questione da non sottovalutare. Perché anche qui la Regina degli Scacchi ha avuto il grande merito di rompere il muro degli stereotipi, del presunto genere maschile dominante, del presunto assoluto maschilismo del gioco.

Niente di più falso e arrogante; la Regina degli Scacchi fa emergere un lato femminile del gioco che ha atteso molti anni prima di essere giustamente rivendicato dalla storia.

E non è un caso che gli scacchi siano ora sulla bocca di tutti proprio grazie a una donna, una donna coraggiosa, una donna fragile ma al tempo stesso determinata e in grado di emanciparsi, finalmente, da una società scacchistica quasi esclusivamente composta da uomini.

La Regina degli Scacchi: Fantasia e realtà

Tutto quello che c'è da sapere su Anya Taylor-Joy, 'La Regina degli scacchi'  - People - ANSA.it
Foto tratta da Netflix

Si potrebbe parlare a lungo della protagonista, del rapporto con la realtà di cui rivendica la sola popolarità, senza essere incredibilmente mai esistita.
Si potrebbe parlare a lungo anche di questo, e cioè della volontà degli autori di non ispirarsi a nessuna scacchista esistente, e di creare un personaggio unico, da zero, in grado di vivere di propria luce o di propria ombra.
Una scelta certamente criticabile e interpretabile, ma assolutamente consapevole.

La consulenza di diversi scacchisti, tra cui Garry Kasparov, ha poi reso la serie molto verosimile dal punto di vista scacchistico, seppur con qualche sbavatura.

La Regina degli Scacchi: una Serie struggente ed emozionale

La regina degli scacchi e le contorte storie di Beth. La spiegazione del  rapporto con Townes e gli altri personaggi maschili
Foto tratta da Netflix

Probabilmente è la miglior opera degli ultimi anni sotto il profilo prettamente del gioco, e che rispecchia in pieno tutte le emozioni e le tensioni che si vivono durante una vera partita di scacchi.

Scott Frank e Allan Scott hanno sceneggiato un racconto struggente, drammatico ed emozionale, che mette in luce il tema psicologico, sociale e culturale rappresentato dal filo conduttore silente del gioco degli scacchi. Sembra poco ma in verità è una rivoluzione; una rivoluzione che adesso faremo fatica a comprendere, ma che si manifesterà in maniera del tutto evidente in futuro.

La Regina degli Scacchi accende i riflettori sugli scacchi

La Regina Degli Scacchi recensione miniserie Netflix • FotoNerd
Foto tratta da Netflix

La Serie è basata sul romanzo “The Queen’s Gambit”, scritto nel 1983 da Walter Tevis, che negli anni è diventato un vero e proprio bestseller, e pubblicato anche in Italia con il nome “La Regina degli scacchi” nel 2007.

In definitiva la serie TV ha spalancato le porte della popolarità per il gioco degli scacchi e lo ha fatto in un momento storico ferocemente ostile, complesso, incerto, fatto di tanti cambiamenti. Eppure La Regina degli Scacchi ha avuto modo di riaccendere la luce a un mondo scacchistico avvolto da pericolose tenebre e che, per la prima volta nel suo percorso millenario, è stato chiamato a cambiamenti epocali pur di sopravvivere alle dure evidenze della storia.

Gli scacchi al centro dello scacchiere internazionale

Il motore italiano Chiron è arrivato secondo (e imbattuto) ai mondiali dei  Programmi di Scacchi | DDay.it

Una storia lunga quasi quaranta anni quella che lega il romanzo di Tevis alla miniserie televisiva di Frank e Scott, un intreccio quasi profetico che pone la questione del gioco degli scacchi al centro di uno scacchiere internazionale che sembra essere in procinto di dare scacco matto, senza che sia però chiaro chi stia giocando e chi sia l’eventuale vincitore.

Gli Scacchi dunque tornano a essere protagonisti e lo fanno prepotentemente, rialzando la testa, gridando al mondo che ci sono anche loro.

La Regina degli Scacchi: Qualche considerazione finale

la-regina-degli-scacchi-beth-con-il-custode | Ultime Notizie Flash
Foto tratta da Netflix

La Regina degli Scacchi rappresenta dunque un capolavoro drammatico, un semplice e speciale omaggio a un gioco che mai come ora è entrato nelle nostre case, a portata di telecomando, di mouse o di cellulare.

In questo mondo digitalizzato, in questo schema informatico, non può e non deve essere un caso che la Regina degli Scacchi ci faccia ricordare, a suo modo, cosa sono gli scacchi. Quelli dove si toccano i pezzi, si guarda l’avversario, si condividono paure, sentimenti ed emozioni.

Un tornare indietro nel tempo che pare infinito, ma che in realtà è dietro l’angolo, e che mette a nudo tutte le nostre fragilità; non può e non deve quindi essere un caso se guardando La Regina degli Scacchi potrà scendere anche qualche lacrima di commozione.

Una commozione genuina per tutto quello che è stato e che sarà.

Di Leonardo Vilona

Mi chiamo Leonardo Vilona, ho 26 anni e sono un docente di scuola secondaria. Sono laureato triennale in Storia, Antropologia e Religioni. Titolo di laurea conseguito all’Università La Sapienza di Roma nel 2019. Sono laureato magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, età moderna, età contemporanea. Titolo di laurea conseguito all'Università La Sapienza di Roma nel 2021 con votazioni di 110/110. Sono un appassionato di storia, attualità, letteratura, politica, sport e di esport, nel tempo libero inoltre mi dedico al gioco degli scacchi e al tennistavolo. Se volete mandarmi un messaggio privato inviate una mail a: leonardo.vilona@gmail.com

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