La caduta del fascismo passa da alcune tappe importanti e che segnarono per certi versi la storia d’Italia e che condussero poi il popolo a votare per la Repubblica solo qualche anno dopo in una controversa elezione.

La caduta del fascismo passa attraverso l’ultima riunione del Gran Consiglio del fascismo avvenuta il 24 luglio 1943, passa attraverso la dissoluzione del Partito Nazionale Fascista avvenuta il 2 agosto 1943, attraverso l’armistizio dell’8 settembre 1943 e infine da un percorso politico e militare che portò l’Italia a quel 25 aprile 1945 in cui fu manifesta la liberazione dal nazi-fascismo.

Dino Grandi protagonista dell’ultimo gran consiglio del fascismo

Accadde Oggi - 25 Luglio

Il Gran Consiglio del fascismo si era riunito per l’ultima volta il 7 dicembre 1939, pochi mesi dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale e decise in quella sede per la conferma della neutralità italiana.
Il Gran Consiglio del fascismo rimase dunque silente per anni fino a tornare a riunirsi il 24 luglio 1943 quando tutto ormai era perduto con le truppe Alleate in rapida risalita nella penisola e con una disfatta militare compiuta in ogni settore.
Il protagonista dell’ultimo Gran Consiglio del fascismo fu Dino Grandi, gerarca fascista che aveva nei mesi precedenti avviato delle manovre politiche insieme al Re Vittorio Emanuele III che portarono dunque alla caduta del fascismo e all’arresto di Mussolini da parte dei carabinieri.
Dopo un lungo dibattito dove Mussolini prese la parola per difendersi dalle accuse dei gerarchi, Dino Grandi propose e mise ai voti il suo Ordine del Giorno.

L’ultimo atto del Gran Consiglio del fascismo

Lo sbarco in Sicilia del 1943: la caduta del fascismo, l'armistizio, la  mafia

Il Gran Consiglio, riunendosi in questi giorni di supremo cimento, volge innanzi tutto il suo pensiero agli eroici combattenti d’ogni arma, che fianco a fianco con la fiera gente di Sicilia, in cui più alta risplende l’univoca fede del popolo italiano, rinnovano le nobili tradizioni di estremo valore e l’indomito spirito di sacrificio delle nostre gloriose Forze armate;

Il primo pensiero di Grandi è rivolto ai combattenti d’ogni arma che erano stati travolti dall’avanzata alleata in sicilia. La guerra è praticamente ormai perduta ed è chiaro che i soldati italiani stiano combattendo solo per estremo valore e indomito spirito di sacrificio contro un nemico superiore in armi e mezzi.

Il Gran Consiglio del fascismo deve difendere la libertà della Patria

25 luglio 1943 - Sito dell'A.N.P.I. di LISSONE - Sezione "Emilio Diligenti"

esaminata la situazione interna ed internazionale e la condotta politica e militare della guerra, proclama il dovere sacro per tutti gli italiani di difendere ad ogni costo l’unità, l’indipendenza, la libertà della Patria, i frutti dei sacrifici e degli sforzi di quattro generazioni dal Risorgimento ad oggi, la vita e l’avvenire del popolo italiano;

afferma la necessità dell’unione morale e materiale di tutti gli italiani in quest’ora grave e decisiva per i destini della nazione;

Per Grandi il Gran Consiglio del fascismo ha il dovere sacro di difendere ad ogni costo l’unità, l’indipendenza e la libertà della Patria.
Parole fortissime che mettono in risalto una dimensione drammatica del conflitto che ormai si è trasformato in una lotta per la sopravvivenza stessa della nazione.
Uno Stato che senza una vera e solida presa di posizione nei confronti della guerra potrebbe non esistere più.
Una scelta da parte di Grandi che si rivelerà illuminante poichè permetterà all’Italia di avere un minimo di voce in capitolo nei successivi colloqui post-bellici con i Paesi vincitori del conflitto.

Il Gran Consiglio vuole un passaggio di consegne immediato

Totò in divisa.

dichiara che a tale scopo è necessario l’immediato ripristino di tutte le funzioni statali attribuendo alla Corona, al Gran Consiglio, al Governo, al Parlamento, alle Corporazioni i compiti e le responsabilità stabilite dalle nostre leggi statali e costituzionali;

Ancora una volta Grandi parla a nome del Gran Consiglio proponendo che con effetto immediato tutte le funzioni statali possano essere ripristinate nel più breve tempo possibile, esautorando nei fatti la figura di Mussolini.
Il passaggio successivo in realtà evidenzia proprio la volontà di eliminare la figura del Duce dal processo politico che porterà l’Italia in due durissimi anni ad ottenere la liberazione dal nazifascismo.
Tuttavia il processo di dissoluzione del fascismo passa nei fatti da questa importante dichiarazione di Grandi che parlando a nome del Gran Consiglio del fascismo non fa altro che anticiparne la caduta.

Grandi invita il Re ad assumere il comando delle forze armate per l’onore e per la salvezza della Patria

Vittorio Emanuele III e le leggi razziali - L'Universale

invita il Capo del Governo a pregare la Maestà del Re, verso la quale si rivolge fedele e fiducioso il cuore di tutta la Nazione, affinché egli voglia, per l’onore e per la salvezza della Patria, assumere, – con l’effettivo comando delle forze armate di terra, di mare e dell’aria, secondo l’articolo 5 dello Statuto del Regno, – quella suprema iniziativa di decisione che le nostre istituzioni a Lui attribuiscono e che sono sempre state, in tutta la storia nazionale, il retaggio glorioso della nostra Augusta Dinastia di Savoia.

In quest’ultima parte della sua mozione, Grandi parlando ancora a nome del Gran Consiglio del fascismo, afferma che i tempi sono maturi per un passaggio di consegne da parte del Capo del Governo (Mussolini) al Re Vittorio Emanuele III affinchè quest’ultimo possa prendere il comando supremo delle forze armate con l’obiettivo di traghettare l’Italia fuori dalla guerra.
Grandi è molto diretto nell’estromettere Mussolini e lo fa coinvolgendo tutti i gerarchi fascisti protagonisti dell’ultima riunione.
Lo fa puntando il dito verso il Duce e verso gli stessi gerarchi rei di non aver compreso l’importanza storica e la gravità di un evento tragico e drammatico come è quello della guerra portando l’Italia nel baratro.

La mozione Grandi venne approvata con 19 voti a favore

La mozione presentata da Dino Grandi passa dunque con 19 voti a favore nella notte tra il 24 e 25 luglio 1943, una notte drammatica per la storia italiana e che prelude alla caduta definitiva del fascismo.

Votazione Ordine del giorno Grandi
19 voti favorevoli (Acerbo, Albini, Alfieri, Balella, Bastianini, Bignardi, Bottai, Cianetti (ritira il giorno successivo), Ciano, De Bono, de Marsico, De Stefani, De Vecchi, Federzoni, Gottardi, Grandi, Marinelli, Pareschi, Rossoni), 7 contrari (Biggini, Buffarini-Guidi, Farinacci (in realtà non parteciperà alla votazione in quanto momentaneamente assente dai lavori), Frattari, Galbiati, Polverelli, Scorza, Tringali Casanova) e un astenuto (Suardo).

L’arresto di Mussolini per ordine del Re

Quel giorno in cui Vittorio Emanuele III si mise una rivoltella in tasca  prima di incontrare il duce - Famiglia Cristiana

Il 25 luglio 1943 alle ore 17:00 Mussolini va dal Re per riferire dell’esito del Gran Consiglio del fascismo.
Vittorio Emanuele III prendendo atto delle decisioni del governo e decide di congedare Mussolini che nel cortile di Villa Savoia sarà arrestato dai Carabinieri proprio per ordine del Re.
Un atto storico di rilevanza decisiva.
Bisogna infatti analizzare come il Duce fosse già stato umiliato durante il Gran Consiglio del Fascismo, messo per la prima volta in minoranza dai suoi stessi gerarchi, costretto a riferire al Re della sua caduta.
Mussolini ora viene dunque arrestato, proprio per ordine del Re, dai carabinieri, un evento eclatante e assolutamente rilevante.
Alle 22:15 del 25 luglio 1943 gli italiani apprenderanno per radio la notizia dell’arresto di Mussolini, preludio dunque alla fine dell’età fascista durata 21 anni.

Di Leonardo Vilona

Mi chiamo Leonardo Vilona, ho 26 anni e sono un docente di scuola secondaria. Sono laureato triennale in Storia, Antropologia e Religioni. Titolo di laurea conseguito all’Università La Sapienza di Roma nel 2019. Sono laureato magistrale in Scienze Storiche. Medioevo, età moderna, età contemporanea. Titolo di laurea conseguito all'Università La Sapienza di Roma nel 2021 con votazioni di 110/110. Sono un appassionato di storia, attualità, letteratura, politica, sport e di esport, nel tempo libero inoltre mi dedico al gioco degli scacchi e al tennistavolo. Se volete mandarmi un messaggio privato inviate una mail a: leonardo.vilona@gmail.com

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