Da ieri mattina è in corso una escalation militare tra Armenia e Azerbaijan.
Una guerra lunga 30 anni

Le due nazioni del Caucaso già tra il 1992 e il 1994 si erano fronteggiate militarmente nella guerra del Nagorno Karabakh e ancora oggi questo fazzoletto di terra conteso è protagonista in negativo di un nuovo potenziale conflitto.
Ieri sera l’Azerbaijan ha dichiarato la legge marziale e il coprifuoco su tutta la nazione, Baku compresa, dalle ore 21:00 alle 6:00 del mattino.
La chiamata alle armi dell’esercito armeno
L’Armenia nella serata di ieri ha mobilitato tutte le proprie forze armate, riservisti e tutti coloro che sono in grado di tenere un’arma in mano dai 18 ai 55 anni.
Numerosi camion carichi di riservisti e volontari sono partiti da Yerevan verso il fronte tra gli applausi della folla.
Una notte di scontri

Durante la notte lungo tutto il confine regionale del Nagorno Karabakh è andata in scena una violenta battaglia con in campo mezzi bellici di ogni tipo tra cui droni, artiglieria e carri armati.
Alcune fonti hanno anche evidenziato la presenza di mercenari turchi e caccia di Erdogan tra le fila dell’esercito Azero, una notizia tuttavia non ancora confermata.
Si parla di guerra, si parla di alleanze, si parla di difesa dei confini e della patria.
Un grave conflitto regionale

A parere di chi scrive invece si tratta di un conflitto regionale che nemmeno la pace di Bishkek firmata dai ministri della difesa azeri e armeni nel 1994 è riuscita a mettere fine.
Ancora una volta moriranno molte persone e questo nel 2020 non è tollerabile, la guerra non è tollerabile, per questo penso che sia giusto trovare un accordo diplomatico anche a un prezzo difficile da poter accettare.
Non ci sarà alcuna vittoria in caso di guerra, non ci sarà bottino, solo morte e distruzione.