Quando il Palazzo Presidenziale cileno fu bombardato dai golpisti di Pinochet nel settembre del 1973 divampò un enorme incendio.
La resistenza nel Palacio de La Moneda

Salvador Allende, il presidente, ordinò che fossero evacuate tutte le donne presenti nel “Palacio de La Moneda” e si asseragliò all’interno dell’edificio al secondo piano con i suoi fedelissimi che passarono alla storia come il “Grupo Amigos del Presidente“.
Allende per la prima volta nella sua vita decise di imbracciare un Ak-47 donatogli da Fidel Castro anni prima e si preparò a combattere.
L’ultimo messaggio del presidente

Intorno alle 9:00 del mattino mandò un ultimo messaggio alla radio alla nazione con queste struggenti parole:
“Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano, ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.”
Il messaggio fu ascoltato dalla Massoneria che inviò immediatamente ad Allende un convoglio per aiutare un “confratello in grave pericolo di morte” a fuggire dalla battaglia nel tentativo di salvarlo da morte certa.
Massoneria e possibile fuga

Allende era diventato Massone all’età di 27 anni su indicazione del nonno paterno Ramon Allende Padin che a sua volta era stato Gran Maestro della loggia massonica del Cile.
Salvador Allende si rifiutò di accettare l’aiuto proposto dalla massoneria e rifiutò anche la via di fuga in aereo (più simile a una trappola di Pinochet che a un tentativo di salvataggio, in verità) proposta dal Grupo Amigos del Presidente.
Morte di Salvador Allende

Si barricò quindi nell’edificio sparando all’impazzata per sei lunghe ore fino a quando mandati via gli ultimi fedelissimi superstiti decise di puntare l’AK-47 alla testa uccidendosi.
La morte di Salvador Allende rappresenta uno dei momenti chiave degli anni ’70 ed ebbe ripercussioni anche in Italia con numerose manifestazioni di protesta e solidarietà nei confronti del Presidente socialista del Cile.
Il palazzo della Moneda fu dunque occupato dai golpisti di Pinochet che il 17 dicembre 1974 divenne il 30° Presidente del Cile.