Nel nostro percorso storico di avvicinamento all’entrata in guerra dell’Italia avvenuta il 10 giugno 1940 andiamo ora ad analizzare la lettera che Hitler fece pervenire a Mussolini il 6 marzo 1940 in risposta alla missiva che il Duce scrisse di suo pugno il 3 gennaio 1940.
Hitler rispose con tale ritardo poichè interpretò molto negativamente la missiva di Mussolini e addirittura sembrerebbe che il Fuhrer, andato su tutte le furie dopo la lettura, decise di strapparla e darla alle fiamme.
Un racconto che non può essere verificato ma che, analizzati gli eventi e il tempo trascorso prima delle risposta, potrebbe essere plausibile.
La risposta di Hitler 6 marzo 1940

“Duce,
permettete che inizi la mia relazione con un ringraziamento per il vostro ultimo scritto in merito alla situazione italiana, alle misure da voi prese ed al giudizio sugli altri problemi di carattere generale. La sincerità dei vostri chiarimenti mi dà il coraggio di esporvi e di illustrarvi le cose e i problemi così come io li vedo.
Ho letto, Duce, nella vostra relazione, un passo che fa temere che voi siate dell’opinione che la mia decisione di muovere contro la Polonia sia sorta esclusivamente dalla convinzione che l’Inghilterra e la Francia non sarebbero entrate in guerra per nessun motivo. Devo ricordarvi, Duce, la mia lettera del 26 agosto 1939 (che verrà trattata in un futuro articolo, ndr.), che vi è stata consegnata dal mio ambasciatore von Mackensen alle 16 dello stesso giorno. Concludevo dicendo che, dal momento che, né la Francia né l’Inghilterra avrebbero potuto ottenere nell’ovest qualsiasi successo decisivo, che in oriente, dopo la sconfitta della Polonia e in seguito con l’accordo con la Russia, la Germania avrebbe potuto disporre liberamente di tutte le sue forze, e anche in considerazione della nostra netta superiorità nell’arma aerea, non temevo di risolvere la questione in oriente, anche se mi fossi esposto al pericolo di una complicazione in occidente. Inoltre, nella risposta alla vostra definitiva presa di posizione, trasmessami il 26 agosto 1939, mi espressi come segue: “Se – come dissi – si dovrà giungere alla Grande guerra, la situazione in oriente sarà già risolta prima ancora che le due potenze occidentali riescano a conseguire un successo qualsiasi. In questo stesso inverno, o al più tardi nella primavera, affronterò poi la Francia e l’Inghilterra in occidente almeno a parità di forze, ecc”
Hitler risponde per le rime a Mussolini citando la lettera che egli aveva scritto al Duce il 26 agosto 1939 e dove aveva chiesto quali fossero i mezzi e le materie prime di cui l’Italia avrebbe avuto bisogno per entrare in guerra a fianco della Germania.
A quella lettera, in tutta fretta, Mussolini rispose il giorno stesso con quella che passò alla storia come la “Lista del molibdeno“.
Hitler afferma che la guerra con la Francia e l’Inghilterra fosse inevitabile anche senza l’intervento in Polonia e dice che l’accordo con la Russia fosse necessario anche se la Germania avrebbe comunque potuto combattere su più fronti ottenendo comunque decisivi successi.
Una guerra di difesa per via dell’aggressione polacca

Duce, quando mi decisi, nell’autunno scorso, ad affrontare la Polonia, ciò avvenne in difesa di aggressioni che sarebbero state inaccettabili per ogni potenza. E’ bensì vero, lo confesso, che la Germania aveva già sopportato per quasi un decennio queste aggressioni, però non si è trattato, in un primo tempo, della Germania del nazionalsocialismo, mentre più tardi, questa Germania nazionalsocialista era ancora disarmata e quindi impotente di fronte a tali avvenimenti. Negli ultimi anni si è operata però una trasformazione di portata decisiva. Giunse il momento in cui il popolo tedesco non avrebbe meritato di essere considerato alla stregua di una grande nazione se si fosse lasciato imporre ancora più a lungo tale trattamento. Credo che tutto ciò che abbiamo dovuto sopportare nel 1919, per mesi e mesi, sia stato possibile soltanto in considerazione del carattere grave e ponderato del tedesco. Rimarrebbe dunque in sospeso la sola questione, se considerando la possibilità dell’entrata in guerra dell’Inghilterra e della Francia, la Germania avesse dovuto rinunciare a qualsiasi reazione, persino nel caso della occupazione della Polonia, e rinviare a più tardi il grande conflitto!
Duce, naturalmente ho meditato questi problemi nel più minuzioso dei modi. Però, anche a prescindere dalla assoluta impossibilità di accettare pazientemente il perpetrarsi di tale insostenibile situazione, oppure persino l’aggravarsi di essa, senza compromettere gravemente il prestigio del Reich, non solo all’estero ma anche soprattutto all’interno, lo spassionato esame della situazione mi obbligò a respingere una tale considerazione.
Hitler tiene a precisare a Mussolini che l’entrata in guerra della Germania sia stata dettata dal fatto che il Reich avesse subito l’ennesima aggressione da parte polacca. Hitler fa riferimento al falso attacco polacco meglio noto come l’Incidente di Gleiwitz avvenuto il 31 agosto 1939 e che diede inizio alla “guerra lampo” in Polonia il 1 settembre 1939.
Hitler afferma inoltre che la Germania non è più una nazione debole e impreparata e rivendica ciò che è successo nel 1919 al termine della prima guerra mondiale a seguito del Trattato di Versailles.
Hitler inoltre dice di aver meditato a lungo sulla possibilità che una eventuale occupazione della Polonia avrebbe potuto coinvolgere nella guerra anche Inghilterra e Francia, arrivando però alla conclusione che fosse una guerra necessaria nell’ottica del prestigio del Reich.
Guerra inevitabile contro le plutocrazie occidentali

Duce, dal momento in cui l’Inghilterra, al momento del conflitto abissino, riconobbe che la Germania non era uno Stato vassallo da potersi dirigere a piacere, e soprattutto dal momento in cui il Reich sostenne in Spagna la causa del Governo nazionale spagnolo, l’Inghilterra ha incominciato a prendere in considerazione l’eventualità di un conflitto armato col Reich e a prepararvisi. Dal giorno della coscrizione obbligatoria in Inghilterra fu palese che nei circoli governativi britannici competenti era già stata presa la decisione di fare la guerra agli Stati totalitari. Mi parve indifferente considerare contro chi sarebbe stato rivolto il primo colpo. L’obiettivo dei circoli interessati è totalitario. Si tratta, né più né meno, dell’eliminazione dei regimi che rappresentano, nella loro natura stessa, una minaccia delle plutocrazie feudali-reazionarie. In considerazione del progetto d’armamento britannico e della prevista mobilitazione da parte dell’Inghilterra di tutte le forze ausiliarie possibili (in primo luogo la Polonia), mi sembrò fosse più giusto, invece di perdere ancora del tempo e subire altre minorazioni di prestigio, passare subito alla difensiva, anche col pericolo di far scoppiare, con due o tre anni di anticipo, la guerra voluta dalle potenze occidentali.
E difatti, quali avrebbero potuto essere, Duce, i progressi dei nostri armamenti in due o tre anni ? Per quanto riguarda le Forze Armate tedesche, non si sarebbe certo verificato un notevole squilibrio di forze in nostro favore, in considerazione del riarmo dell’Inghilterra, portato al massimo dell’intensità. In oriente, però, la situazione non avrebbe potuto che peggiorare. Mi fu possibile eliminare completamente, in nemmeno un mese, il pericolo rappresentato dallo Stato polacco e liberarmi così alle spalle. Le perdite subite in questo conflitto, per quanto dolorose esse fossero per i colpiti e le loro famiglie, non sono affatto considerevoli. Il senso della superiorità nei confronti dei nostri avversari occidentali, è assoluto, tanto nei Comandi quanto nella truppa! Questa sensazione è stata rafforzata dall’andamento della guerra in occidente, tanto sul mare quanto nell’aria. Ciò malgrado, Duce, sono convinto che la lotta che ci attende non potrà essere una facile passeggiata, ma costituirà invece la prova più grave della storia tedesca. Anche le truppe sono consce di ciò. Esse affrontano questa lotta con una santa decisione, perfino solenne. Questa certezza, Duce, che si tratti di una lotta per l’esistenza, m’impone imperiosamente di considerare tutto ciò che in questa battaglia ci possa essere comunque di vantaggio.
Hitler afferma che la guerra contro l’Inghilterra e la Francia fosse un atto dovuto, poichè specialmente gli inglesi avevano nel corso degli anni organizzato il proprio esercito al fine di eliminare i totalitarismi.
Hitler quindi si sente minacciato da Inghilterra e Francia ed è per questo motivo che intende combatterle anche se le perdite potrebbero essere elevate.
A Hitler però non interessa, in quando anche le truppe sono consce dell’importanza dell’evento e a cosa stanno andando incontro, per Hitler si tratta della prova più grave della storia tedesca.
La guerra rappresenta il futuro dell’Italia

Devo cominciare questa enumerazione con chi è stato sempre per me, nel suo popolo, nel suo sistema e soprattutto nel suo Capo, il primo amico e tale rimarrà per sempre: l’Italia! Ho avuto piena comprensione, Duce, per il vostro atteggiamento e le vostre decisioni dell’agosto scorso. Ho potuto tanto più apprezzarle in quanto mi sono note le difficoltà, dal punto di vista materiale e personale, che tali decisioni impongono. Sono anch’io della vostra opinione, Duce, che nelle circostanze esistenti è stato forse persino un bene che l’Italia non si sia subito coinvolta in guerra, al nostro fianco. Tuttavia credo che su di un punto non ci possa essere dubbio alcuno: l’esito di questa guerra decide anche sul fututo dell’Italia! Se questo futuro viene considerato nel vostro Paese soltanto come il perpetuarsi di un’esistenza da Stato europeo di modeste pretese, allora io ho torto. Ma se questo futuro viene considerato alla stregua di una garanzia per l’esistenza del popolo italiano dal punto di vista storico, geopolitico e morale, ossia secondo le esigenze imposte dal diritto di vita del vostro popolo, gli stessi nemici che combattono oggi la Germania vi saranno avversari. So, Duce, che voi stesso non pensate altrimenti. So pure che tutte le vostre misure adottate sino a oggi, nonché il molteplice appoggio che mi avete accordato negli ultimi mesi, diplomaticamente con la vostra stampa, militarmente con la vostra mobilitazione ed anche materialmente, derivano da questa consapevolezza. Anch’io ritengo che il destino dei nostri due Stati, dei nostri popoli, delle nostre rivoluzioni e dei nostri regimi, sia indissolubilmente legato. Mi sono pure deciso, proprio in seguito a questa constatazione ad incaricare gli uffici tedeschi competenti di studiare tutte le possibilità per rendervi, Duce, specialmente per ciò che riguarda il carbone e in quanto sia possibile, indipendente dalle democrazie occidentali.
Credo che a uomini come noi dovrebbe riuscire, in un modo o nell’altro, di trovare la maniera di porre termine non soltanto militarmente, ma anche economicamente, al blocco terroristico di queste democrazie. Il mio ministro degli Esteri von Ribbentrop, che è già munito dei dati essenziali in merito ai risultati di queste nostre indagini, ve li presenterà lasciando a voi la decisione se e in quale misura credete di poter garantire sufficientemente i vostri interessi seguendo le direttive propostevi. Sono infatti perfettamente conscio che senza carbone non si può mantenere in vita né un’economia normale, né, tanto meno, un’economia di guerra, e che perciò questo obbligo può essere gravissimo e prevalere sulle intenzioni delle singole persone. Prendo occasione di ciò anche per esprimervi, Duce, il mio ringraziamento per il vostro appoggio nel corso delle recenti trattative per il nostro accordo commerciale e voglio solo assicurarvi che, in considerazione del modo di procedere degli inglesi contro i vostri trasporti di carbone da Rotterdam, ho fatto pure da parte mia tutto il possibile per aiutarvi come è mio desiderio. Vi ringrazio pure per le misure militari adottate, che rappresentano comunque per me uno sgravio.
Hitler dice di aver avuto comprensione nei confronti della scelta dell’Italia di rimanere neutrale e anzi secondo il Fuhrer è un bene che l’Italia non sia entrata in guerra al fianco della Germania ma è sicuro che prima o poi questo passo debba essere compiuto.
Hitler dice che l’Italia deve essere indipendente dal carbone alleato e che sta cercando di aiutare il Duce a mantenere in vita un’economia normale minacciata dal taglio dei rifornimenti alleati causati dall’avvicendarsi della guerra.
Hitler ringrazia Mussolini anche per le misure in ambito militare che il Duce ha comunque adottato seppur in un contesto non belligerante in favore della Germania, misure che per Hitler rappresentano uno sgravio.
Hitler e i rapporti con la Russia

I rapporti fra la Germania e la Russia risultano:
a) da una valutazione generale degli sviluppi europei;
b) dalla considerazione della situazione in cui si trova oggigiorno il Reich. Il risultato della valutazione della situazione generale è il seguente: Dalla vittoria definitiva di Stalin la Russia va trasformando, senza alcun dubbio, il principio bolscevista in una forma nazionalista russa, per noi indiscutibile, ma che, indubbiamente, nella Russia stessa non può essere surrogata da altro. Quello che fece del nazionalsocialismo il nemico mortale del comunismo, fu la sua condotta ebraico-internazionale con lo scopo preciso di annientare i popoli non ebrei e, rispettivamente, le forze che guidano questi popoli. Fino a che punto è subentrato a tal riguardo in Russia, secondo la nostra persuasione, un cambiamento profondamente storico, ve lo descriverà meglio, o Duce, il ministro degli Esteri, narrandovi le sue impressioni e le sue esperienze. Per parte mia voglio constatare soltanto che, nella revoca di Livtinov, si è indubbiamente operato in Russia un cambiamento nei rapporti con la Germania. Oggi esiste senza dubbio la possibilità di creare uno stato di cose sopportabile fra i due paesi. Non abbiamo più motivo alcuno di ritenere che qualche organo governativo russo voglia esercitare un’influenza sull’andamento della politica interna tedesca. Non ho bisogno di rassicurarvi che, del resto, il nazionalsocialismo della Germania è totalitariamente immune da qualsivoglia attacco di ideologia bolscevica. Per questo motivo, infatti, nessuno pensa di fare concessioni. Se, invece, il bolscevismo si sviluppa in Russia fino a diventare una ideologia di Stato russo-nazionale ed un’idea economica, verrà a costituire allora una realtà contro la quale noi non avremo né l’interesse, né il motivo di combattere. Al contrario! Nella lotta contro il blocco del mondo facente parte delle plutocrazie democratiche, ogni fattore e ogni aiuto, Duce, non potrà che essere gradito. La Germania e la Russia hanno molte volte vissuto insieme e lungamente in pace e in amicizia. Dal punto di vista economico ci completiamo in modo meraviglioso. Si può dire che non vi sia quasi materia prima di cui noi abbiamo bisogno, e che la Russia non possieda o non sia in grado di possedere tra breve. E, inversamente, non c’è prodotto dell’industria germanica di cui non vi sia subito bisogno in Russia o non vi sarà bisogno in avvenire. Il trattato di commercio che abbiamo concluso con la Russia è di grandissima importanza, Duce, nella nostra situazione. La Germania, specialmente, non ha proceduto riguardo alla Russia che ad una chiara delimitazione della zona di interessi; delimitazione che non si potrà mai più cambiare. Qui non ho deciso un passo diverso da quello che avevo già fatto prima anche con voi, Duce, quando accettai il Brennero quale confine definitivo della vita e della sorte dei nostri due popoli. Il trasferimento di oltre duecentomila tedeschi dall’Italia in Germania consoliderà quella decisione nei secoli, sanzionandola definitivamente.
Hitler risponde a Mussolini sul discorso dell’accordo con la Russia, definendolo di grandissima importanza in quanto secondo Hitler la Russia con l’avvento al potere di Stalin stia passando dall’essere una nazione bolscevica a un nazionalismo.
L’accordo commerciale che la Germania ha stretto con la Russia rappresenta un enorme vantaggio per il popolo tedesco nell’ottica della guerra contro le plutocrazie occidentali. Hitler ribadisce il nazionalsocialismo della Germania nazista e la volontà di proporre una politica fortemente anti-ebraica a riprova ulteriore dell’ideologia antisemitica del regime.
La Finlandia non interessa alla Germania

Finlandia – La Germania, come ho già rilevato, Duce, combatte per la sua esistenza. Ci sono stati così crudelmente negati i nostri naturali diritti, che non possiamo rifiutarci oggi di comprendere la situazione di una grande potenza, quale ormai la Russia, in fatto dei suoi sbocchi verso l’Oceano. Credo che se i finnici avessero esaminato un po’ più ragionevolmente e un po’ più spassionatamente questo problema e ci avessero meglio riflettuto, avrebbero potuto attenersi a un consiglio migliore che non quello di appellarsi alle armi. Sono persuaso che la Russia non ha mai avuto l’intenzione di addossarsi quella guerra, perché altrimenti avrebbe scelto un’altra stagione; e – non ne dubito minimamente – la resistenza finlandese sarebbe stata facilmente spezzata.
I giudizi emessi sui soldati russi caduti nel corso delle attuali operazioni non corrispondono, Duce, né alla verità, né ai fatti. Nella guerra mondiale noi combattemmo così strenuamente e così lungamente contro i russi, che possiamo ben permetterci di emettere un giudizio a questo riguardo. In considerazione delle attuali possibilità di rifornimento, nessuna potenza al mondo avrebbe potuto, con un freddo di trenta fino a quaranta gradi, in quel terreno e senza aver proceduto prima a preparativi accuratissimi, ottenere risultati diversi da quelli riportati dai russi in questo primo tempo. Mi sembra che il linguaggio oltraggioso contro le truppe russe abbia reso molto difficile a Stalin di accettare, e tanto meno di proporre, un compromesso. L’Inghilterra mira in questo caso a un unico scopo: concretare una base societaria dalla quale possa poi, gradatamente, attrarre altri stati nella sua guerra. A questo sforzi, Duce, noi teniamo dietro con calma e con attenzione. La Germania non è legata alla Finlandia da impegni speciali. Lo Stato finlandese è sorto esclusivamente da un mare di sangue di soldati tedeschi; e anche la sua indipendenza, più tardi raggiunta, la dovette a unità tedesche comandate dal generale Von der Goltz. Per tutta riconoscenza, la Finlandia non ha tralasciato, più tardi, occasione alcuna che le permettesse di assumere un atteggiamento ostile alla Germania; e quando era possibile, partecipava sempre e attivamente a ogni angheria contro di noi. Ciò non vuol dire, Duce, che il popolo germanico nutra sentimenti di odio verso il popolo finlandese, ma soltanto che noi non abbiamo motivo alcuno di impegnarci per gli interessi finlandesi.
Hitler è piuttosto duro nei confronti di Mussolini che aveva tentato di difendere gli interessi finlandesi nella scorsa lettera del 3 gennaio 1940.
La Finlandia era stata attaccata dalla Russia per un motivo ben preciso, dice Hitler, quello di ottenere uno sbocco verso l’oceano.
La Finlandia inoltre si era sempre dimostrata ostile e mai riconoscente verso la Germania nazista e Hitler afferma che la Germania non ha alcun motivo per impegnarsi per gli interessi dei finlandesi. Praticamente dichiarando di lasciare la Finlandia nelle mani di Stalin.
L’America non entrerà in guerra a fianco di Francia e Inghilterra
America – In quanto alla visita del rappresentante americano Sumner Welles, c’è da riferire soltanto che non ha portato nessun elemento nuovo nell’apprezzamento della situazione. Vi feci già trasmettere, o Duce, i protocolli del colloquio. Qualunque sia stata l’intenzione di questa visita, una cosa è certa: che non può subentrare, in seguito ad essa, un cambiamento di rotta dei fini di guerra, anche se l’intenzione fosse sincera. Esula così qualsivoglia immaginazione di come essa potrebbe essere praticamente utilizzata per dare incremento alla pace. Credo quindi che, nella fase attuale, si debbano per lo meno sentire anche le versioni di chi afferma essere il solo scopo dell’intervento quello di guadagnare tempo per gli Alleati; di svolgere, cioè, azione paralizzante su eventuali intenzioni di offensiva germanica. Non occorre vi assicuri, o Duce, che le decisioni tedesche verranno prese indipendentemente da ciò ed esclusivamente in base ai punti di vista dell’opportunità militare, e che non potranno in alcun modo venire toccate da qualsivoglia influenzamento del genere.
La Germania non ha altro fine di guerra che il raggiungimento della pace. L’Inghilterra e la Francia non hanno altro fine di guerra che l’annientamento degli Stati totalitari e, quindi, anche della Germania. La Germania combatterà, quindi, finchè questa delittuosa cricca plutocratica non sarà forzata a rinunciare definitivamente ai suoi fini. Questa decisione è irrevocabile. Essa è tanto più comprensibile in quanto che noi dobbiamo, oltre a ciò, aggiustare anche un capitolo della storia mondiale, che, colla frode da una parte e la debolezza dall’altra, condusse il popolo germanico nel più umiliante e nel più terribile corso di tutto il suo sviluppo.
Riepilogando, sento il bisogno di ringraziarvi, o Duce, dell’ultima lettera e della rassegna fattami. Devo altresì pregarvi di credermi che io intendo e comprendo il vostro contegno. Debbo infine assicurarvi che io credo, a onta di tutto, che la sorte ci costringerà, prima o poi, a combattere insieme, cioè a dire che anche voi non potrete evitare la controversia, qualunque sia oggi lo sviluppo della situazione nei suoi particolari; che, a maggior ragione, il vostro posto sarà al nostro fianco, come il nostro sarà al vostro. Anch’io sarei lieto se fosse possibile un colloquio personale con voi sul gigantesco complesso di tutta la situazione generale e speciale e dei suoi problemi. Ci sono tante cose che si possono spiegare solo in lunghe disamine. Lasciatemi infine sperare che ci riesca di approfondire ancor più di risolvere appunto ora la questione del carbone, che forse vi appassiona in modo particolare. Quello che rafforza infatti uno dei nostri due paesi, ridonda anche a vantaggio dell’altro.
In questo senso vi saluto cordialmente, coi migliori auguri per voi e per il vostro paese.
Vostro Adolf Hitler
Hitler si congeda da Mussolini in questa lunghissima lettera parlando del problema americano e affermando piuttosto convintamente, dopo la visita del rappresentante USA Sumner Welles, che gli Stati Uniti D’America non entreranno in guerra a fianco delle plutocrazie occidentali.
Le stesse plutocrazie che Hitler dice di voler annientare per poter raggiungere la pace che rappresenta l’obiettivo principale della guerra.
Hitler incalza Mussolini affermando che l’Italia prima o poi sarà destinata a entrare in guerra al fianco della Germania e che questa sia una cosa del tutto inevitabile.
Infine l’ultima parte del discorso è concentrato sulla questione del carbone che Hitler vuole cercare di risolvere al più presto poichè si rende conto che questo possa costituire un grave problema per l’Italia.