Abbiamo visto come il gold standard avesse ceduto di fronte ai colpi di due guerre mondiali e della Grande Depressione. Ma era venuto il tempo di ristabilirlo.

Gli accordi di Bretton Woods

Bretton Woods Conference | Definition & Facts | Britannica

Nel 1944, con la Seconda Guerra Mondiale che ancora infuriava, i rappresentanti di 44 paesi si incontrarono nella cittadina statunitense di Bretton Woods per ricostruire il sistema economico mondiale.

Il nuovo sistema, detto gold standard exchange, era fondato sul dollaro. La valuta americana era l’unica convertibile in oro, mentre tutte le altre  monete dovevano mantenere un cambio stabile nei suoi confronti.
Inoltre, solo le banche centrali avrebbero potuto convertire i propri dollari in oro e non i privati cittadini.

Nel caso in cui il tasso di cambio fosse oscillato troppo (più o meno l’1% rispetto a quanto stabilito) le banche centrali avrebbero dovuto riportarlo ai livelli corretti tramite operazioni di mercato (vendere una moneta se il prezzo era troppo alto, comprarla se troppo basso).
Se le banche centrali non avessero avuto abbastanza riserve per compiere operazioni di questo tipo sarebbero potute ricorrere all’aiuto del Fondo Monetario Internazionale, creato nella stessa occasione.

Si ritornò quindi ad un sistema di cambi fissi, garantito soprattutto dalla potenza degli Stati Uniti, divenuti il nuovo centro del mondo dopo che l’Europa si era logorata in due conflitti spaventosi combattuti sul proprio territorio.

Il sistema di Bretton Woods cominciò a vacillare negli anni ’60.
Da un lato alcuni Paesi chiesero di convertire i propri dollari in oro riducendo le riserve Americane, dall’altro molti Paesi europei non riuscivano a mantenere il cambio costante e furono costretti a svalutare o rivalutare le proprie divise.

15 agosto 1971

Giorgio La Malfa su Il Foglio del 11 marzo 2016 "La Lezione di Bretton Woods"  :: FULM - Fondazione Ugo La Malfa

Il 15 agosto 1971 Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti d’America, dichiarò che il dollaro non sarebbe più stato convertibile in oro.
Così, ancora oggi, i tassi di cambio fra le varie monete sono fluttuanti e non c’è più l’oro a garantirle.

L’ultimo tentativo di ripristinare convertibilità e cambi fissi venne fatto tramite un nuovo accordo, lo Smithsonian Agreement, che stabiliva la nuova parità oro dollaro ed una più ampia banda di oscillazione massima per il valore delle monete degli altri paesi.
Ma durò appena due anni e cessò di esistere nel 1973.

Addio al gold exchange standard

The return to a gold exchange standard

Da quel momento il gold exchange standard venne abbandonato definitivamente. I cambi divennero fluttuanti, determinati dal mercato e così il rapporto fra denaro e oro.
Sulle lire italiane, a esempio, c’è sempre stato scritto “pagabili a vista al portatore”.
Anche se non era vero nella pratica, l’idea rimaneva che le “vere lire” erano quelle d’oro che si trovavano in banca. Ma era solo un relitto del passato, e così, con l’avvento della moneta unica europea, nessuno ha pensato di scrivere una cosa del genere sulle banconote da 5€.
Oggi si sta affermando sempre di più la moneta elettronica, e chissà che questa non arriverà a soppiantare definitivamente quella cartacea, rendendo le nostre monete e le nostre banconote un pezzo da museo come lo sono i Sesterzi romani e i Ducati veneziani.

Di Riccardo Bernabei

Riccardo Bernabei è uno storico laureatosi in Scienze Storiche all'Università La Sapienza di Roma. Innamorato della storia e delle sue innumerevoli sfaccettature è autore di numerosi articoli storici su History Facts e non solo!

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