La scomparsa di Emanuela Orlandi rappresenta un mistero di difficile lettura, complicatissimo da affrontare e soprattutto carico di depistaggi.
Tuttavia nei miei studi ho individuato quattro sezioni sulle quali porre l’attenzione.
BMW A112 scura
Secondo alcune attendibili testimonianze l’auto sulla quale, presumibilmente, avrebbe viaggiato la Orlandi durante il rapimento è proprio una BMW A112 scura.
Poche erano le automobili di quel tipo a Roma negli anni 80 e balzò, appunto per questo, agli occhi dei testimoni oculari.
La macchina fu rinvenuta con un vetro posteriore fracassato, presumibilmente, all’interno dell’officina di un meccanico vicino alla Banda della Magliana da agenti del SISDE.
Gli stessi agenti del SISDE che il mattino dopo furono chiamati a rapporto dai superiori e costretti a rinunciare alle indagini.Nel 2008 la presunta automobile fu rinvenuta, pensate un po’, all’interno del parcheggio di Villa Borghese, ferma lì da ben 13 anni secondo la testimonianza di Sabrina Minardi amante di Renatino De Pedis.
Perché gli agenti del SISDE furono sollevati dall’incarico e costretti a rinunciare alle indagini?
AGENTI DEL SISDE E AVVOCATO EGIDIO
Anche la presenza degli agenti del SISDE, nella vicenda Orlandi, è certamente inquietante.
Pensate che il SISDE solo qualche giorno dopo la scomparsa di Emanuela e ancora prima che qualche rapitore si facesse vivo, si era palesato, attraverso agenti in borghese, alla famiglia per ottenere informazioni e avviare indagini.
Molto strano inoltre il comportamento degli uomini del SISDE che consigliarono alla famiglia di affidare le comunicazioni con la stampa e con i rapitori all’avvocato Egidio.
Quest’ultimo, notissimo avvocato di fama internazionale, si offrì di difendere la famiglia Orlandi gratuitamente in quanto uomo vicino all’ambiente del SISDE, interessante perché quando alla firma dell’Amerikano, del fronte Turkesh, si aggiunse quella di Phoenix con il collegamento della Gregori con la sparizione della Orlandi, lo stesso Avvocato Egidio divenne anche difensore della famiglia Gregori.
TELEFONATA CASAROLI – AMERIKANO
Un altro fatto determinante nella scomparsa della Orlandi risiede nella misteriosa telefonata tra l’Amerikano e Cardinal CASAROLI avvenuta su linea riservata Vaticana.
La registrazione della conversazione si interrompe misteriosamente proprio un istante prima che i due iniziassero la conversazione mentre è perfettamente udibile il discorso che l’Amerikano disse alla suora che fece da tramite in qualità di centralinista.
Penso proprio che in quella inquietante telefonata sia passata la vita di Emanuela Orlandi.
MARIO E PIERLUIGI
I primi due interlocutori con cui la famiglia Orlandi si interfacciò furono Mario e Pierluigi, entrambi in grado di “rassicurare” la famiglia circa le sorti della ragazza.
Entrambi parlavano di allontanamento volontario, di una scappatella e di averla vista in varie circostanze mai appurare.
Mario e Pierluigi non furono mai individuati, eppure per diverse volte, le loro voci furono ascoltate dagli inquirenti e da agenti del SISDE senza particolari riscontri.
Eppure, secondo me, Mario e Pierluigi non erano davvero i rapitori, parlavano per “sentito dire”, erano i lugubri “frontman” di un intrigo internazionale che, onestamente, mette davvero i brividi.
Giusto che Pietro Orlandi stia cercando i resti di sua sorella a Roma, all’interno del Vaticano, Emiliano Fittipaldi, recentemente ha pubblicato un dossier che dice chiaramente che il Vaticano avrebbe riportato in Italia la salma di una donna e poi avrebbe speso quasi ventidue milioni per “disbrigo pratiche finali”, doppiamente inquietante.
Spero che Pietro Orlandi possa ritrovare sua sorella, piangere sulla sua tomba, riabbracciarla, spero che questo mistero possa giungere al termine prima che la memoria e il tempo ne cancellino indelebilmente il ricordo.