Potrebbe sembrare un film, una fantasia, ma niente di più reale accadde nella notte tra il 10 e 11 ottobre 1985.
La “Crisi di Sigonella”, questo il nome di una delle più lunghe notti della nostra Repubblica, è passata alla storia per la fermezza di Craxi, per il coraggio dei Carabinieri e per la sconfitta diplomatica americana.
Prima di affrontare questa vicenda bisogna inevitabilmente fare una piccola introduzione, perché infatti un aereo dovrebbe essere circondato dai carabinieri e dai soldati della Delta Force Americana sulla pista dell’aeroporto militare siciliano di Sigonella?
Il 7 ottobre 1985 la nave da crociera Achille Lauro, battente bandiera italiana, fu dirottata da un nutrito gruppo di terroristi e la trattativa per la liberazione dei numerosi ostaggi fu subito intavolata dal governo Craxi attraverso il ministro degli esteri Andreotti.
Giulio Andreotti si mise immediatamente in contatto diretto con Arafat, leader dell’OLP che però si dichiarò estraneo alle vicende.
Tuttavia, alcuni giorni dopo, proprio Arafat comunicò ad Andreotti e Craxi l’invio di due emissari per l’avvio di contatti diplomatici con i sequestratori.
Abu Abbas, leader del FLP, riuscì a convincere i sequestratori a liberare la nave presso Port Said ottenendo però un salvacondotto per la Tunisia in cambio della liberazione di tutti i passeggeri e solo dopo aver parlato con il comandante De Rosa dell’Achille Lauro, chiedendo informazioni sullo stato di salute dei passeggeri (De Rosa mentì, I sequestratori infatti avevano ucciso il passeggero Leon Klinghoffer).
I sequestratori abbandonarono dunque la nave diretti in Tunisia tramite ponte aereo diretto, tuttavia il Presidente degli USA Reagan, decise in modo unilaterale di dirottare, sopra i cieli di Malta, il velivolo costringendolo ad atterrare presso la base aerea di Sigonella.
Qui, il velivolo e i caccia americani vennero circondati dai carabinieri arrivati dalle caserme di Siracusa e Catania, a loro volta i militari furono circondati dai soldati della Delta Force statunitense intenzionati ad arrestate Abu Abbas, presente all’interno dell’aereo.
I due schieramenti si fronteggiarono per lunghi minuti, nel frattempo Craxi e Reagan discussero a lungo sulla situazione e intorno alle cinque del mattino, dopo l’invio di altri rinforzi blindati da parte di Craxi, la Delta Force, su ordine diretto di Reagan si ritirò da Sigonella, rinunciando alla cattura di Abu Abbas.
Si chiude così, la “Crisi di Sigonella”, una battaglia di nervi, combattuta tra Italia e USA vinta dalla diplomazia italiana seppur tra le molteplici polemiche.
Tuttavia qualche tempo dopo lo strappo fu ricucito dallo stesso Reagan che nella sua “Dear Bettino”, invitò il Primo ministro negli USA.