Aldo Moro nacque il 23 settembre 1916 a Maglie, in provincia di Lecce. Fu uno dei fondatori della Democrazia Cristiana, segretario e Presidente del consiglio nazionale della DC prima del rapimento occorso il 16 marzo 1978 ad opera delle Brigate rosse.

Sul sequestro dell’Onorevole Aldo Moro se ne possono raccontare tante ma due sono i fatti che mi lasciano interdetto.

Il fioraio

Il primo è relativo al fioraio che il giorno della Strage di Via Fani non era presente al solito posto, alla stessa ora, come tutti gli altri giorni.

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Le brigate rosse gli avevano bucato le ruote del furgoncino per tre giorni di fila.
Un atto premeditato in modo meticoloso dalle BR, “eliminare” il fioraio sarebbe equivalso a non avere un testimone certo su una scena del crimine che di lì a poco si sarebbe trasformata in una spaventosa “macelleria messicana” sotto i colpi di 90 bossoli di pistole e armi d’assalto.

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Il commando delle BR aveva preparato tutto meticolosamente, compresa la via di fuga, per un colpo di fortuna, del tutto fortuito, Aldo Moro uscì illeso da quella strage, incredibile.

Seduta spirita, nome in codice: Gradoli

Il secondo fatto è relativo alla seduta spiritica che coinvolse Romano Prodi. A due settimane dalla strage e dal rapimento di Moro, Prodi consegnò alla magistratura un nome: “GRADOLI”, ricavato da una presunta seduta spiritica, molto più probabilmente invece frutto di una soffiata da parte di una talpa delle BR o comunque qualche uomo dei servizi segreti molto vicino a loro.

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Insomma, la Polizia mise a ferro e fuoco la città di Gradoli, un comune di 1800 anime in provincia di Viterbo nel vano tentativo di trovare Moro.
I militari fallirono nelle ricerche e scatenarono una feroce reazione dell’opinione pubblica che accusò le forze dell’ordine di aver utilizzato eccessiva foga e violenza durante le perquisizioni.

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Proprio per tale motivo quando i militari si recarono a via Gradoli, a Roma, luogo reale della detenzione dell’Onorevole Aldo Moro, non sfondarono le porte delle abitazioni ma si limitarono ad una perquisizione esterna.
La polizia arrivò ad un passo dal liberare Aldo Moro grazie a questa preziosa “soffiata” da parte di Prodi, tuttavia sfruttata maldestramente dalle forze dell’ordine.
Il 9 maggio 1978 dopo 55 giorni di prigionia, Aldo Moro verrà trovato morto dentro il baule di un’auto a Via Caetani.

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