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Anno: 1831/39 (inizio) – 1861 (fine)

Partecipanti: Rivoluzionari, politici, costituzionalisti italiani

Dove: Italia

Località: Stato pontificio, Granducato di Toscana, Regno delle due Sicilie, Regno di Sardegna.

Perchè: Si cercava di smuovere la coscienza collettiva nei confronti della ricerca di una unità nazionale.

Obiettivi: Ottenere l’indipendenza nazionale, ottenere una nuova costituzione, ottenere uno Stato più democratico.

Risultati: In generale il Risorgimento italiano ha svolto un ruolo cardine nel processo di unificazione nazionale, tuttavia, nei primi anni del Risorgimento (quello di cui si parla in questo articolo), il processo di unificazione è fallito a seguito della Prima guerra d’indipendenza di cui parlerò nel prossimo articolo.

Nomi da ricordare:  

  • Radetzky (Comandante delle forze armate austriache in Italia);
  • Pio IX (Papa);
  • Ferdinando (Re delle due sicilie);
  • Carlo Cattaneo (politologo e fondatore della rivista “Il politecnico”);
  • Giuseppe Mazzini (Rivoluzionario italiano);
  • Vincenzo Gioberto (Fondatore del neoguelfismo);
  • Cesare Balbo (Costituzionalista e rivoluzionario);
  • Massimo D’azeglio (Rivoluzionario italiano);
  • Leopoldo II (Granduca di Toscana);
  • Carlo Alberto (Re di Sardegna);
  • Daniele Manin (Rivoluzionario veneziano);

Date da Ricordare:

  • 18/22 marzo 1848: cinque giornate di Milano;
  • 17 marzo 1848: Rivolta di Venezia;
  • 19 gennaio 1848: Concessione della costituzione del Regno delle due sicilie.
  • 1831: Fondazione della giovane Italia.

Descrizione

Il Risorgimento italiano si sviluppò a partire dal 1839, anno in cui, a Milano nacque la rivista “Il politecnico”, diretta da Carlo Cattaneo.

Cattaneo propose la ricerca scientifica e tecnologica come motore dello sviluppo economico.

Altro protagonista del risorgimento italiano fu Giuseppe Mazzini che si impose nel dibattito politico prima del 1848, egli fondò nel 1831 una nuova organizzazione dal programma trasparente a tutti gli affiliati e priva di quella struttura gerarchico-iniziatica caratteristica delle sette: la Giovine Italia.

Anche il progetto costituzionalista rivendicato dai moti doveva essere superato da un più ambizioso programma di unificazione nazionale.

Inoltre la “nazione”, intesa come unità morale di un popolo, non poteva essere retta da un regime monarchico, ancorchè temperato da una costituzione.

Solo la forma repubblicano-democratica poteva liberare le energie morali del popolo realizzandone la “missione” storica.

Negli anni quaranta l’opinione moderata era molto diffusa, essa era estranea tanto alla cultura tecnica di Cattaneo, quanto al pensiero repubblicano di Mazzini. Si trattava di uno spazio variegato, dove la componente cattolica, lentamente conquistata alle idee del cattolicesimo liberale, era sicuramente dominante.

Altro importante personaggio del Risorgimento italiano fu Vincenzo Gioberti che fu l’autore di due volumi, nel 1843, intitolati: “Primato morale e civile degli italiani”.

Gioberti immaginava che il papa dovesse presiedere una confederazione di stati italiani indipendenti dall’Austria. Questa soluzione (chiamata dai critici laici “neoguelfismo“) non metteva in discussione la legittimità delle corone regnanti nella penisola, nè il delicatissimo problema del potere temporale del papa.

Nel 1844 uscì Delle speranze d’Italia, opera di un brillante storico e artefice del Risorgimento italiano, Cesare Balbo.

Anche Balbo riprendeva il federalismo giobertiano descrivendo un’Italia “dalle sei città capitali in accordo tra loro”.

Nel 1846 fu pubblicata a Firenze l’opera di Massimo d’Azeglio: “gli ultimi casi di Romagna”, in cui l’autore critica la sanguinosa via della sommossa dei democratici e mazziniani e proponeva un’azione in accordo con la monarchia sabauda.

Il 16 giugno 1846 uscì da conclave il nuovo papa Pio IX, che inaugurò il suo pontificato con una pur moderata svolta rispetto al pontificato ferocemente repressivo di Gregorio XVI. Fra i provvedimenti di inizio pontificato ci furono un’amnistia per i molti detenuti politici e la concessione di una moderata libertà di stampa.

Le concessioni papali estesero un moto di protesta in tutta la penisola, Leopoldo II, premuto dai liberali, in Toscana concesse anch’egli una guardia civica e la libertà di stampa. Lo seguì Carlo Alberto, che il 4 marzo 1848 concesse lo Statuto, detto poi “Albertino”.

Stato della chiesa, Granducato di Toscana e Regno di Sardegna nel novembre del 1847 arrivarono ad avviare i preliminari per una lega doganale che garantisse fra i tre territori la libera circolazione delle merci.

Una brusca accelerazione a questo processo venne da una decisione di sapore provocatorio presa dal re delle due Sicilie Ferdinando.

Egli trovatosi di fronte ad una ribellione a Palermo provò a chiedere aiuto all’Austria che si rifiutò di mandare dei battaglioni in Italia a reprimere la rivolta, a questo punto Ferdinando, messo alle strette, fu costretto a concedere una Costituzione, il 19 gennaio 1848.

A seguito di questa ondata di rivoluzioni in Europa ed in Italia che aveva portato alla concessione di numerose costituzioni, il 17 marzo anche Venezia insorse, immediatamente furono liberati i prigionieri politici, fra cui lo scrittore Niccolò Tommaseo e il patriota Daniele Manin. Il 23 marzo Manin potè proclamare la repubblica di Venezia.

A Milano, dopo aver richiesto l’autonomia amministrativa, la libertà di stampa e la liberazione dei prigionieri politici, si decise di insorgere.

Tra il 18 e il 22 marzo 1848 (cinque giornate di Milano) il popolo milanese attraverso la creazione di numerose barricate riuscì a cacciare gli austriaci dalla città.

Le truppe del maresciallo Radetzky si ritirarono nel cosiddetto quadrilatero formato dalle fortezze di Verona, Legnago, Peschiera e Mantova.

I ducati di Parma e Modena riuscirono a cacciare gli austriaci, nei giorni immediatamente successivi alle cinque giornate di Milano, mettendo a rischio l’egemonia austriaca sul territorio.

Questo è un altro instante con la Storia, Grazie ci vediamo domani!

 

 

 

 

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