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F.W.Joseph Schelling nacque a Leomberg il 21 gennaio del 1775. Dopo aver studiato nel seminario di Tubinga si spostò a Lipsia dove conobbe diversi filosofia dell’epoca.

Dopo alterne vicende si spense il 20 agosto 1854 a Rogaz, in Svizzera, dove si era recato per motivi di salute.

Schelling si può considerare un tipico esponente del Romanticismo, per l’importanza che attribuisce alla natura, all’arte e alla religiosità.

Punto di partenza della sua filosofia è l’insoddisfazione per le tesi di Fichte, che, secondo lui, sacrificavano l’autonomia della natura a vantaggio dell’io e dello spirito.

Per Schelling, entusiasta ammiratore della natura, questa è una realtà a sè, già da sempre intrisa di spiritualità.

Dunque, all’origine non c’è l’Io fichtiano (che ha il difetto, secondo Schelling, di essere parziale e unilaterale), ma l’assoluto, ossia l’unità di natura e spirito. Tale assoluto non può essere conosciuto adeguatamente dalla filosofia speculativa, che procede per distinzioni e opposizioni, ma solo dall’intuizione estetica, che sa cogliere la totalità.

L’arte è, dunque, attività divina, in quanto capace di imprimere nelle forme sensibili (finite) della rappresentazione l’infinito dell’ispirazione, in analogia all’azione del “poeta cosmico” (l’assoluto, Dio) nella meravigliosa creazione del mondo.

L’arte, supremo organo dell’assoluto, viene così ad armonizzarsi con la religione, consentendo all’uomo di intuire quella pacificazione tra natura e spirito, tra finito e infinito che costituisce la profonda aspirazione dell’animo romantico.

Questo è un altro instante con la Storia, Grazie ci vediamo domani!

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